Le auto a guida automatica, in grado di guidarsi da sole (o quasi!), hanno conquistato la massima attenzione al Consumer Electronics Show di Las Vegas. Come era lecito attendersi, sono le tecnologie automatiche quelle che hanno infatti attirato il maggior appeal all’evento americano, in relazione al quale si sono manifestate delle opinioni parzialmente diverse.
Qualche esempio? Secondo quanto dichiarato da Glenn Mercer, consulente di riferimento all’interno del settore, in un’intervista alla Max Warburton, tutto dipende da cosa si intende per guida autonoma. Se la guida autonoma è l’auto che si guida da sola – sostiene Mercer – non diventerà realtà prima di altri 10 anni.
Ad ogni modo, sottolineava il magazine Motori24 de Il Sole 24 Ore, “è importante definire il grado di autonomia dell’auto. In una scala da zero a cinque, con l’auto di vent’anni fa allo zero e il cinque pari alla guida totalmente autonoma, abbiamo già fatto due passi: il livello uno sono i primi sistemi di assistenza alla guida, come cruise control o controlli del cambio di corsia; il due corrisponde al cruise control o “adattivo” con frenata in caso di ostacoli, oppure all’auto che esegue da sé le manovre di parcheggio”.
Il livello tre ipotizzato dal magazine è il c.d. “assistente da ingorgo”, che prende la guida a bassa velocità, con il conducente che rimane al volante e controlla. Le operazioni in questione sarebbero già tecnicamente effettuabili, e i sistemi che sarebbe bisogno installare su auto potrebbero essere indirizzate verso le auto top e costose.
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Il vero problema, sottolinea poi Mercer, è il salto ai livelli 4 (quello in cui il guidatore cede il controllo alla macchina in condizioni particolari, come l’ingresso in autostrada) e il livello 5, che è quello dell’automazione totale, in cui il conducente deve solo inserire la destinazione.
Il “guaio” è relativo ai costi, a dir poco esorbitanti. Eppure, i benefici potrebbero essere in grado di compensare i sacrifici: si pensi al fatto che il 90% degli incidenti deriva da errori umani, e che riducendo o rimuovendo il fattore umano potrebbe essere possibile migliorare la sicurezza stradale. Ancora, si può stare nell’abitacolo dedicandosi ad altro mentre il pilota automatico ci conduce a destinazione e, infine, si può ridare la mobilità alle persone che ne sono privi (anziani o disabili).