La distanza di sicurezza è da intendersi come la distanza che ogni veicolo deve mantenere dal veicolo che lo precede. L’obiettivo è quello di consentire un arresto del veicolo in condizioni di sicurezza, senza tamponarlo. Naturalmente, la distanza di sicurezza è qualcosa che non può essere calcolato in termini strettamente numerici (sebbene vi siano delle distanze minime per legge), dipendendo da una serie di fattori come la prontezza dei riflessi di chi guida il veicolo che segue, lo stato di salute del veicolo, le condizioni atmosferiche e del traffico, e così via.
Al di là di quanto sopra, la distanza di sicurezza di un veicolo è stabilito comunque in maniera regolamentata, prevedendo che – tenuto conto del fatto che al raddoppio della velocità corrisponde uno spazio di frenata che va moltiplicato per 4 – è prudente non scendere mai al di sotto di certe soglie.
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Ad esempio, per un’andatura di 50 km/h la distanza di sicurezza minima in metri è calcolata in 25 metri, equivalente alla lunghezza di due autobus. Per una velocità di percorrenza di 90 km/h la distanza di sicurezza minima in metri è invece di 40 metri, equivalente ad almeno due autotreni. Infine, per una velocità di circa 130 km/h, la distanza di sicurezza minima in metri è di 130 metri, equivalente, più o meno, a un campo da calcio.
Naturalmente, come sopra abbiamo avuto modo di introdurre, molto dipenderà dall’efficienza del veicolo. Se ad esempio i freni non sono pienamente efficienti, i pneumatici sono consumati, il veicolo è estremamente carico, lo spazio di frenata non potrà che allungarsi in modo significativo, inducendo quindi il conducente ad aumentare le distanze di almeno il 50% rispetto alle intuizioni di cui sopra.
Si tenga infine conto che in caso di guida in caso di nebbia, valgono ulteriori considerazioni.