Oltre Volkswagen, anche Daimler sembra subire le difficoltà legate al noto caso Dieselgate. La casa auto tedesca ha infatti comunicato di aver avviato un’indagine interna sul processo di certificazione delle emissioni inquinanti su richiesta del Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti. Daimler, e – oltre a garantire «piena collaborazione» – ha precisato di aver avviato l’indagine per verificare «possibili indicazioni di irregolarità» e, nel caso, di attuare «tutte le necessarie iniziative».
Insomma, non certo un’ammissione di colpevolezza, quando la volontà di poter fare luce su alcune ombre che erano state indotte dal fatto che nelle ultime settimane le autorità ambientali Usa, a cominciare dall’Epa, avevano chiesto a Daimler di presentare dati e informazioni sulle emissioni dei modelli diesel di Mercedes-Benz senza però muovere accuse ufficiali.
Chiaramente, quanto sopra è stato sufficiente per offuscare la pubblicazione dei risultati trimestrali, non positivi a causa degli effetti stagionali. Daimler ha infatti accusato tra gennaio e marzo un calo dell’utile netto a 1,4 miliardi di euro dai 2,05 miliardi dello stesso periodo del 2015, con delusione del consenso degli analisti, che invece puntava a 1,6 miliardi di euro.
Per quanto concerne i dati positivi, si nota invece un miglioramento dei ricavi pari al 2% (+4% a cambi costanti) a 35 miliardi grazie alla crescita dei volumi di vendita complessivi del 7% a 683.900 unità. L’ebit è invece sceso da 2,9 a 2,15 miliardi. “Daimler è su un percorso di successo”, ha dichiarato l’a.d. Dieter Zetsche. “La crescita dei volumi di vendita dimostra chiaramente che stiamo seguendo la giusta strategia e che abbiamo i prodotti giusti sul mercato. Miglioreremo continuamente nel corso dell’anno e renderemo il 2016 un altro anno di successi per Daimler”.
La società ha infatti confermato le stime di vendita, attendendosi una crescita.