Il futuro energetico europeo è nelle mani delle classi politiche che da mesi hanno avviato un dibattito sulla questione carburanti, tuttavia è ancora tanta la confusione quando si parla di biocarburanti, e-fuel e più in generale di carburanti sintetici.
A partire dal 2020 fino al 2035 sono numerosi i progetti per la mobilità elettrica e per la ricerca di carburanti più sostenibili da cui poter ideare nuovi mezzi di trasporto. Tra le principali tipologie di carburanti sostenibili tanto discusse all’interno delle sedi europee troviamo, appunto, i biocarburanti, i sintetici e i sistemi e-fuel.
Ma cosa sono e come si differenziano tra di loro? Cerchiamo di fare chiarezza all’interno di questo articolo.
Carburanti sostenibili: sintetici, biocarburanti ed e-fuel, in cosa consistono?
Il termine carburante sintetico, conosciuto negli stati esteri con l’abbreviazione “synfuel”, comprende diverse tipologie di carburante provenienti da origini differenti. Inizialmente questo termine fu utilizzato per definire un prodotto idrocarburo proveniente da una serie di reazioni chimiche e da una materia prima diversa dal petrolio.
Con il passare degli anni il carburante sintetico divenne un termine utilizzato per indicare gli e-fuel e i biocarburanti, due tipologie provenienti da fonti rinnovabili o materia organica che si differenziano tra di loro a partire dall’origine: gli e-fuel si ottengono da acqua ed energia provenienti da materia rinnovabile, mentre i biocarburanti provengono da materie prime organiche.
E-fuel: definizione e caratteristiche
Gli e-fuel sono carburanti sintetici conosciuti anche come electrofuel, perché prodotti attraverso l’utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili come l’eolico. L’energia acquisita viene utilizzata per i processi di elettrolisi (separazione degli atomi di idrogeno dagli atomi di ossigeno dell’acqua). L’idrogeno ottenuto può essere utilizzato assieme ad altri composti come sostituti dei combustibili di origine fossile.
Possono essere considerati e-fuel solo i carburanti sintetici ad emissioni zero e prodotti esclusivamente attraverso l’energia elettrica, perché la quantità di anidride carbonica prodotta durante la combustione viene riutilizzata per la produzione di nuovi combustibili e-fuel. L’intero processo richiede elevate quantità di acqua ed energia necessari, nonché elevati costi di gestione.
La differenza con i biocarburanti
I biocarburanti sono combustibili prodotti da materie prime organiche, a partire da biomassa, piante, alghe e rifiuti organici. Questa tipologia di carburante non richiede un processo alimentato da energia elettrica rinnovabile e può essere ricavato attraverso diverse metodologie: l’etanolo, ad esempio, è un biocarburante ricavato dalla fermentazione di canna da zucchero o mais. Il biodiesel può essere ottenuto dagli oli vegetali.
I biocarburanti sono considerati carburanti sostenibili perché le materie prime da cui provengono possono essere coltivate o riprodotte, tuttavia richiedono un enorme consumo di suolo e di risorse destinabili alla produzione agricola e alimentare.
Il biocombustibile può conosciuto è l’olio vegetale idrotrattato, prodotto con l’impiego di materie prime vegetali come gli scarti e i residui di produzione o colture non idonee alla produzione alimentare. Da questo combustibile sostenibile è possibile ottenere il biodiesel che già oggi si utilizza miscelato al gasolio (distribuito da Eni in oltre 50 stazioni di servizio italiane e presto diffuso in 150 stazioni di rifornimento).
Tuttavia, gli esperti affermano che questa specifica miscela deve essere compatibile con il motore prima di essere utilizzata sulla propria auto: sul libretto deve essere presente l’omologazione EN 15940 (XTL).