La crisi del settore auto non sembra riguardare il comparto del lusso. Secondo quanto affermano i dati provenienti dal Regno Unito, ad esempio, nei primi sei mesi del 2014 la Maserati avrebbe venduto più auto che in tutto l’anno precedente, dimostrando pertanto un trend particolarmente dinamico che ha coinvolto anche altri grandi brand del lusso su quattro ruote: Bentley, Rolls Royce, Porsche e Jaguar hanno infatti chiuso il semestre con incrementi in doppia cifra.
Qualche esempio numerico? La Bentley afferma di aver venduto 943 vetture nei primi sei mesi del 2014 contro i 692 modelli dello stesso periodo dell’anno precedente. Sempre in territorio d’oltre manica Rolls Royce afferma di aver venduto 290 unità, mentre Porsche e Jaguar si sono accontentate di un incremento del 20 e del 15 per cento rispetto a quanto sperimentato appena l’anno prima.
Il forte sviluppo delle vendite di auto di lusso in Gran Bretagna non è comunque l’unico dato statistico meritevole di uno sguardo. La Gran Bretagna ha infatti toccato il primato delle 35 milioni di veicoli sulle strade, con un picco che è influenzato principalmente da 29 milioni di automobili. A sorprendere – ma solo in parte – è il dato di Londra: nella capitale, infatti, solamente un residente su tre dichiara di possedere un veicolo. Non è certamente, però, una stranezza: con l’incredibile traffico londinese, tantissime persone preferiscono spostarsi in metro o in bus (due mezzi che attirano le simpatie – rispettivamente – di 3 e di 4 milioni di persone). A contribuire a tale dato probabilmente ha giovato anche la tassa anti-congestione: 10 sterline al giorno per poter entrare con la propria auto nel centro della città. Un balzello non da poco, che evidentemente moltissime persone non sono in grado di sostenere.
Insomma, oltre Manica qualcosa sembra stia cambiando sul fronte automotive, e la crisi delle quattro ruote forse non è poi così vicina. Che il segmento delle auto di lusso stia conseguendo risultati così brillanti non è certo una novità (il segmento viaggia con ritmi che sembrano essere poco influenzati dalla crisi di settore), ma è certamente confortevole, per le società che operano nel settore, comprendere che almeno gli inglesi hanno ripreso ad acquistare e a farlo non solamente nei confronti delle società locali, ma anche nei confronti dei produttori stranieri…