General Motors, gruppo automobilistico statunitense tra i principali operatori mondiali nel proprio settore di riferimento, ha annunciato di aver mandato in archivio i risultati del quarto trimestre dello scorso anno con una perdita netta pari a 4,9 miliardi di dollari, riconducibile principalmente alla presenza – tra le voci di conto economico – di componenti non ricorrenti legati alla nuova riforma fiscale, che avranno un peso nell’immediato ma che, di contro, dovrebbero permettere di godere di importanti benefici nel medio termine.
Al di là di ciò, gli analisti hanno prontamente sottolineato come la forte domanda di camioncini e di suv abbia condotto l’utile rettificato a battere le stime di consenso, con un dato per azione che si è infatti attestato a 1,65 dollari, contro 1,39 dollari per azione che erano invece attesi dal mercato. Il risultato è stato ottenuto grazie anche a un attento controllo dei costi e dei prezzi di vendita, in grado di sviluppare una migliore marginalità. Superiori al consenso anche i ricavi di periodo, che nel periodo considerato sono risultati pari a 37,7 miliardi di dollari, in progresso su base annua del 5,5 per cento anno e al di sopra dei 36,9 miliardi di dollari indicati dagli analisti.
A incidere sono stati principalmente gli incrementi delle vendite di suv in Nord America. Relativamente al 2018, General Motors si attende che il lancio di nuovi modelli di crossover possa condurre a nuovi effetti positivi sui dati di bilancio. Altri influssi positivi sul bilancio, ma più sul medio termine, dovrebbero invece essere osservati grazie all’impatto della riforma fiscale.