Il National Transportation Safety Board ha recentemente diffuso il rapporto con il quale fa chiarezza sull’incidente (salito particolarmente alla ribalta internazionale) che ha coinvolto la Tesla Model S che lo scorso 7 maggio ha causato la morte di Joshua Brown, il suo conducente di 40 anni. Ebbene, l’agenzia di sicurezza stradale ha scoperto che l’auto di Brown stava viaggiando oltre i limiti di sicurezza (9 miglia in più) al momento della schianto. In particolare, il veicolo viaggiava a 74 miglia l’ora prima di impattarsi sul rimorchio del camion, in un tratto di strada in cui il limite era 65 miglia orari.
Ad ogni modo, l’agenzia americana ricorda anche che le reali cause dell’incidente sono ancora da stabilire, anche se è chiaro che la Tesla Model S stava comunque viaggiando al di sopra dei limiti di velocità consentiti. Tesla, dal canto suo, ha preferito non commentare i primi risultati di tale indagine, ricordando invece che le cause dell’incidente sarebbero più che altro da ricercarsi in un mix di condizioni tra cui l’altezza del rimorchio, il suo colore bianco in una giornata particolarmente luminosa, e gli effetti di tutto ciò sul sistema di guida autonoma di bordo (l’incidente è infatti avvenuto con il sistema di pilota automatico attivo).
A conclusione del suo approfondimento, l’agenzia ha poi rilasciato alcune immagini dell’incidente, che confermano le prime indiscrezioni sull’accaduto: la Tesla Model S aveva il tetto quasi strappato in seguito all’impatto con il fondo del rimorchio del camion, che a sua volta ha subito danni abbastanza visibili.
Per poter concludere l’indagine con maggiore chiarezza, l’agenzia ha inviato cinque investigatori per poter raccogliere le prove per la sua relazione. Le conclusioni non saranno purtroppo disponibili prima di un anno a questa parte…