Le auto a gas, che in un contesto di elevati livelli di polveri sottili dovrebbero essere incentivate o, quanto meno, tenute in debita considerazione, sono più che “trascurate” dalla popolazione italiana. Tant’è che a dicembre 2015 le vendite di veicoli a benzina e diesel sono cresciute del 18%, contro un calo del 20,8% di quanto avviene per il Gpl e una flessione del 31,8% per quanto riguarda il metano.
Una flessione che si conferma anche con riferimento all’intero 2015, visto e considerato che il Gpl manda in archivio l’esercizio con un passo indietro dello 0,8%, mentre il metano registra una contrazione dell’11%. Una tendenza che è altresì confermata dal mercato delle trasformazioni a gas in after market: dai dati del ministero dei trasporti emerge una forte sofferenza nei primi nove mesi del 2015, con flessioni che si attestano intorno al 17% per il Gpl e il 43% per il metano.
“Il crollo del prezzo del petrolio negli ultimi mesi ha influito sulle scelte dei consumatori che, ingannati dal fatto che il diesel e la benzina siano divenuti meno cari, hanno pensato che la competitività economica delle auto ecologiche (GPL o metano) si fosse ridotta” – commentava sul quotidiano La Repubblica Massimo Ciuffini, coordinatore dei progetti mobilità della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, aggiungendo poi che “in realtà quando cala il prezzo del petrolio cala ad esempio anche quello del Gpl e del metano, quindi la convenienza economica per queste auto ecologiche è rimasta. Purtroppo, in molti non lo sanno”.
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A riequilibrare la situazione potrebbe essere ora un intervento legislativo, sperando che vada oltre la proposta di esenzione dal bollo per i veicoli a basso impatto ambientale che è attualmente in discussione in Parlamento. Ma sarà sufficiente? L’impressione è che bisognerà attingere da altre iniziative per poter ottenere risultati significativi…