La storia dell’automobile italiana è ricca di modelli di design e ingegneria che hanno inevitabilmente lasciato il segno nella storia, tra questi come non citare la celebre motore V6 Alfa Romeo progettato da Giuseppe Busso.
Questo motore vede la sua nascita nel 1979, anno in cui la casa del biscione necessita di un motore più performante e potente, ma anche meno problematico del precedente 6 in linea, da equipaggiare sulla Alfa 6.
Il progetto di Giuseppe Busso può considerarsi uno dei più longevi e storici di casa Alfa, infatti questo motore nato nel 1979 e ha visto il suo percorso fermarsi solo nel 2005. Gli appassionati alfisti conoscono molto bene questo V6, un motore che nell’arco degli anni è stato montato su auto del calibro di:
- Alfa 90 Quadrifoglio Oro;
- Alfetta GTV6;
- Alfa 75 3.0 V6;
- 147 GTA;
- 156 GTA;
- Spider 3.2 V6.
Il primo motore Alfa V6 firmato Busso
Partiamo dall’inizio, ovvero il primo V6 Busso, la cui potenza in origine era di soli 158 CV, che al giorno d’oggi è molto bassa ma non per l’anno in cui è stata progettata. Si presenta con un angolo di 60° tra i cilindri, un elemento che ha permesso di avere un miglior alesaggio e corsa sul pistone, che si traduce in migliori performance.
Il 2.5 V6 è stato presentato interamente in alluminio per rendere il motore dell’Alfa ancora più leggero e compatto, ma allo stesso tempo resistente.
Il primo aggiornamento sul Busso ci fu nel 1987, anno in cui venne presentata la 75 3.0 V6 12 valvole, oltre alla cilindrata cresciuta di 500cc con 192 cavalli.
La fine del V6 aspirato
Dalle sue origini fino al 1991 i motori V6 busso erano tutti aspirati e solo successivamente si assiste ad una grande evoluzione di Busso, ovvero l’introduzione della turbina. Questa idea fu in progetto già da alcuni anni ma non era possibile realizzarla a causa del fisco che premeva molto sulle grandi cilindrate, tant’è vero che anche la casa del cavallino dovette ricorrere ad un 2.0 V8 turbo per la sua 208.
Il primo esemplare turbo del V6 Busso venne equipaggiato sulla 164 3.0 V6 e l’ingegneria che vi era dietro era impressionante, oltre ai materiali utilizzati la particolarità di questo motore turbo era racchiusa nella gestione elettronica di distribuzione e regolazione della potenza, tutto questo lavoro di ingegneria rese il motore una vera novità nel campo delle quattro ruote, tanto da ricevere il premio come miglior motore di categoria nel 91’.
Il successo di questo nuovo motore convinse la casa automobilistica a montarlo anche su altri modelli come la GTV V6 e la 166 Super V6, altra ammiraglia della casa.
La fine della produzione V6 Busso
La produzione del V6 turbo si fermò nel 2000 e molti appassionati considerano il famoso V6 Busso l’ultimo vero motore Alfa Romeo, successivamente ci fu l’acquisizione da parte di FIAT.
Prima del termine del percorso di questo capolavoro dell’ingegneria targata Busso, è nata la versione finale da 3.2 di cilindrata, capace di erogare 250 CV. Quest’ultima grande versione ha contribuito a rendere famose le Alfa 147 e 156 GTA, oltre che a Spider GTV, tutte automobili considerate rare e ultra ricercate, che negli anni hanno acquisito un posto di rilievo nella storia dell’automobilismo moderno.
Nel 2005 arrivò la fine del celebre V6 Busso, che venne accantonato per far spazio a nuovi motori e tecnologie, ma indubbiamente questo resta uno dei motori più apprezzati e longevi della storia dell’ Alfa Romeo, prodotto e aggiornato per 26 anni, un periodo di tempo a cui pochissimi motori riescono ad arrivare.