La Toyota Supra è un’auto dal carattere sportivo e aggressivo, inizialmente era stata pensata e realizzata come non plus ultra della Celica, top di gamma di Toyota, ma successivamente si è distaccata, tanto da essere un modello indipendente prodotto in due versioni e annate differenti: la A40 prodotta dal ‘79 al ‘81 e la A60 prodotta dal ‘82 al ‘86.
Queste prime due generazioni della Toyota Supra non hanno riscosso subito successo oltre i confini giapponesi, ma all’interno della nazione ha ottenuto numerose vendite. Tutto cambia con la terza e la quarta generazione della Supra, ma come?
L’evoluzione della Toyota Supra
La terza generazione della Supra ha segnato un primo vero passo in avanti, grazie alla decisione di Toyota di renderlo un modello indipendente e quindi di allontanarlo dalla sorella Celica.
Questa versione è stata la prima ad avere la trazione posteriore ed era possibile averla in diverse motorizzazioni: 2.0 benzina aspirato da 8 o 16 valvole, oppure turbo da 180 CV, solo nel 1992, anno in cui terminò anche la produzione, fu introdotto il primo 2.5 bi turbo da 20 CV.
Dopo il 1992, Toyota decise di riprendere in mano il progetto Supra e di dare una svolta alla propria GT. Ecco che arriva la quarta generazione della Supra, la più famosa e il modello che ha conquistato definitivamente l’Occidente e l’America per le sue linee aggressive e per la sua apparizione nella nota saga “The fast and the furious”, che ha sicuramente contribuito a renderla un auto molto desiderata.
La Toyota Supra MK4 A90 (sigla della quarta generazione) è stata prodotta dal 93’ al 2002 e dopo di essa la casa Giapponese ha deciso di prendersi una pausa che è durata molti anni, infatti la quinta generazione della Supra ha visto la luce da poco ed è stata realizzata in collaborazione con la casa tedesca BMW.
2JZ, il motore più popolare tra le JDM
Facciamo per un attimo un passo indietro agli anni 90’, dove la Supra era considerata a tutti gli effetti un sportiva di tutto rispetto, capace di stupire e attirare anche gli scettici per farli ricredere. Il design esterno era molto al passo con i tempi e strizzava l’occhio anche al disegno occidentale.
Il cuore pulsante di questa versione era il famosissimo 2jz GTE, un motore molto robusto e molto performante, un sei cilindri in linea 3.0 di cilindrata, il quale poteva essere sia turbo che aspirato in America e Giappone per una potenza di 280 CV. Per il mercato Europeo, invece, il 2jz è stato potenziato attraverso l’utilizzo di diversi componenti ed era capace di erogare 330 CV.
Grazie alla possente cavalleria e ai suoi 441 Nm di coppia, la GT orientale era capace di raggiungere i 100 km/h in appena 4,6 secondi, numeri non da poco se pensiamo che si tratta di auto sportive accessibili e non di supercar.
Complice di queste ottime performance sono anche il peso molto contenuto e le dimensioni, infatti la Supra anni 90’ pesava soltanto 1.600 kg per una lunghezza di quattro metri e mezzo, questo è stato possibile grazie all’ingegno del team di progettazione che aveva pensato di utilizzare l’alluminio per risparmiare peso. Gli esperti hanno considerato il progetto ben riuscito e di successo sotto tutti gli aspetti.