Come confermato dal recente Salone dell’Auto di Ginevra 2016, l’interesse del pubblico nei confronti delle soluzioni di mobilità “green” è stato abbastanza elevato, ribadendo pertanto che la tendenza generale è rivolta al contenimento delle emissioni, e che sempre più costruttori (oramai, quasi tutti) hanno in mente di realizzare nuove vetture ibride soprattutto se plug-in.
Sembra infatti che tale sistema di propulsione (che abbina un motore termico a uno o più propulsori elettrici) sia universalmente considerato come il più efficace e produttivo fra quelli concretamente disponibili attualmente. E sembra dunque che nel corso dei prossimi 2 anni non mancheranno i nuovi modelli che cercheranno di sfruttare tali caratteristiche.
Ebbene, assodato che la diffusione delle auto completamente elettriche crescerà, è bene ricordare che il ritmo di incremento sarà relativamente lento fino a quando non accadrà qualcosa di effettivamente rivoluzionario nel settore delle batterie per risolvere i problemi di autonomia,. Nell’attesa, le ibride plug-in (quelle che, in altri termini, hanno anche la possibilità di ricaricare gli accumulatori elettrici tramite una presa di rete) dovrebbero garantirsi un ruolo di rilievo, affermandosi come le vetture con il minor impatto ambientale possibile.
In particolare, sfruttando la disponibilità di motori termici, benzina o diesel, si può, ad esempio, raggiungere un centro urbano per poi sfruttare la modalità completamente elettrica che consente di circolare ad emissioni zero esattamente laddove ciò si rende più necessario. Un mix vincente, che sta facendo preferire tali soluzioni in misura sempre più rilevante.
Dal Salone di Ginevra è infatti emerso che la maggior parte dei costruttori garantisce quasi generalmente, ormai, circa 50 km di percorrenza in modalità elettrica, un’autonomia interessante che realmente può contribuire a non peggiorare ulteriormente la qualità dell’aria respirata nelle grandi città di tutto il mondo….