L’Autorità europea per le assicurazioni e la previdenza (EIOPA) ha reso noti i risultati degli stress test che sono stati effettuati sulle assicurazioni europee (per la sola Italia, l’indagine ha riguardato le compagnie che rappresentano circa il 60% del mercato nazionale). L’obiettivo del test era quello di comprendere la validità dei fattori di robustezza o – di contro – di vulnerabilità del settore assicurativo. Ma quali sono stati i risultati?
Secondo quanto ricorda l’IVASS, che per il mercato italiano ha collaborato con EIOPA per il corretto svolgimento dei testi, sarebbero stati costruiti, al fine di saggiare la tenuta delle assicurazioni, un primo scenario di base in cui sono stati ricalcolati i requisiti di capitale secondo le future regole di Solvency 2 e, successivamente, due esercizi di stress, entrambi molto severi.
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Ebbene, nello scenario peggiorativo n.1 (definito Core), l’ipotesi di è basata sul fatto che il mercato sia colpito da shock finanziari di varia natura e forte intensità (caduta dei corsi azionari, aumento dello spread sui titoli governativi e sulle obbligazioni corporate), e dal fatto che si produca un brusco peggioramento dei fattori di rischio specifici del settore assicurativo, sia nel comparto “vita” (ad esempio, riscatti di massa), sia in quello “danni” (ad esempio, catastrofi naturali).
Nel secondo scenario, definito Low Yield, si è invece ipotizzato un livello persistentemente basso tassi d’interesse su tutte le scadenze, e una mancata inversione della curva dei tassi, con quelli a breve più alti di quelli a lunga scadenza.
Alla luce di tale valutazione, entrambi gli esercizi hanno fornito (con riferimento ai dati 2013) i dati di Solvency 2, senza prendere in considerazione l’uso di modelli interni per la valutazione dei rischi.
“Per il sistema italiano emerge una sufficiente capitalizzazione nella prospettiva di Solvency 2: sotto stress, essa diviene lievemente più bassa della media europea nello scenario Core, è invece più alta nello scenario “giapponese” low yield” – segnala l’IVASS, ricordando che “nello scenario di base tutti i soggetti italiani coinvolti nell’esercizio soddisfano i futuri requisiti di capitale imposti da Solvency 2, contro l’86% nell’intero campione europeo”.
Ancora, nell’ipotesi di Core, metà dei soggetti continuerebbero a soddisfare i requisiti di capitale, mentre nell’ipotesi Low Yield la percentuale sarebbe pari all’83%.