Si fanno sempre più pesanti i conti che il costruttore d’auto tedesco Volkswagen dovrà pagare per la frode dei motori truccati, negli Stati Uniti e in altri mercati. Le prime stime riportate dal quotidiano Le Figaro calcolano tra i 20 e gli 80 miliardi di euro il costo delle conseguenze giudiziarie e industriali per il gruppo, la cui sopravvivenza sarebbe dunque a rischio (considerando che era già incerta quando alcuni quotidiani stimarono in 10 miliardi di euro il malus provocato!).
Ad ogni modo, non vi è attualmente la possibilità di procedere a un calcolo preciso, visto che l’ammontare finale dipenderà da una lunga serie di fattori e di incognite e che per questo motivo è molto difficile da stimare. Tuttavia, considerando che fra procedimenti giudiziari intentati in tutto il mondo e la decisione di richiamare 11 milioni di veicoli equipaggiati con il software in grado di truccare i test sul motore diesel, la cifra è destinata a gonfiarsi per decine di miliardi di euro, arrivando potenzialmente a 80 miliardi.
In attesa di saperne di più Volkswagen ha già bruciato in Borsa 26,7 miliardi di euro di capitalizzazione dal 18 settembre, che rendono i 6,5 miliardi di euro resi immediatamente disponibili una inezia, o quasi.
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Rimane altresì da comprendere quali saranno le mosse del top management dell’auto tedesca, che ha già reso noto che taglierà tutti gli investimenti non ritenuti vitali e farà economie su vasta scala. Conseguenze potrebbero essere ricalcate anche sull’intera economia tedesca, visto che l’industria automobilistica incide in maniera considerevole sull’economia della Germania.
Insomma, una situazione delicatissima, uno scandalo senza precedenti, e un contesto che è ancora ben difficile da quadrare. Si annuncia intanto un conto giudiziario da capogiro. Una brutta sorpresa per una compagnia auto che sembrava essere lanciata verso leadership globali, e che ora dovrà invece sopravvivere contro un potenziale fallimento.