Secondo quanto affermano le ultime elaborazioni di FCA, la società cui è riconducibile il Lingotto prevede per il 2015 consegne a livello globale tra 4,8 e 5 milioni di veicoli, con ricavi di circa 108 miliardi di euro, utile netto compreso tra 1 e 1,2 miliardi di euro e indebitamento netto industriale tra 7,5 e 8 miliardi di euro. I target, formulati dal consiglio di amministrazione in sede di approvazione dei conti 2014, hanno naturalmente rappresentato la ghiotta occasione di fare il punto sull’evoluzione della contabilità societaria.
In particolare, FCA ha dichiarato che i ricavi del 2014 sarebbero cresciuti dell’11% a 96,1 miliardi di euro, in incremento del 12% a parità di cambi di conversione. Nel 2013 l’utile di Fiat era pari a 1,9 miliardi di euro ma, sottraendo da tale volume le componenti atipiche, il dato scendeva a 943 milioni di euro. La società ha chiuso invece il 2014 con un utile netto di 632 milioni di euro che, escludendo le componenti atipiche, diventano 955 milioni di euro, pertanto in miglioramento rispetto all’anno precedente.
L’indebitamento netto industriale di fine esercizio è stato pari a 7,7 miliardi di euro dopo l’emissione del prestito obbligazionario convertendo di 2,9 miliardi di dollari, il collocamento di 100 milioni di azioni ordinarie e il riacquisto delle azioni che derivavano dai recessi conseguenti alla fusione di Fiat in FCA Nv.
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“Fca registreranno conti in nero nel 2015” in tutte le aree in cui opera, ha affermato l’amministratore delegato di FCA, Sergio Marchionne – “Il viaggio che abbiamo intrapreso dal 2007, in mezzo allo scetticismo, per la riorganizzazione dell’attività dimostra che le cose possono cambiare”.
“Pensiamo di chiudere l’Ipo Ferrari e lo spin off entro il 2015. Se non ci riusciremo sarà soltanto per questioni normative” – ha poi aggiunto il manager, sostenendo che ritiene di considerare sempre valida la scelta di collocare il 10% – “Penso che a livello di mercati di capitale sia la cifra giusta. Non mi sentirei bene a cambiare questo numero” aggiungendo poi che “puntiamo a fare di Ferrari un brand esclusivo, un marchio del lusso anche al di fuori del settore auto”.
Solamente i prossimi mesi ci diranno se i presupposti ora elaborati verranno o meno percorsi con la giusta gradualità.