Erano attesi grandi numeri, e i grandi numeri non si sono fatti attendere. Sono infatti oltre 60 mila gli aderenti alla class action contro Volkswagen, da quanto è emerso dal deposito di una querela coattiva intermediata da uno studio legale di Dusseldorf, presso i Paesi Bassi (in Germania non è infatti possibile proporre tali azioni legali).
A commentare quanto accaduto è lo stesso studio legale per voce di un suo rappresentante, l’avvocato Julius Reiter, che ricorda come “il fatto che aumentino ogni giorno il numero di chi aderisce rende chiaro come i clienti del marchio automobilistico non siano soddisfatti dall’indennizzo che hanno ricevuto e che quindi continueranno a chiedere un risarcimento per i danni”.
Rammentiamo infatti come all’inizio di novembre Volkswagen ha proposto di compensare con 1.000 dollari e con un’assistenza gratuita in caso di panne ciascun cliente statunitense coinvolto nello scandalo del dieselgate, mentre nulla sarebbe stato offerto ai clienti europei, che si sono sentiti – a torto o a ragione – come degli utenti di serie B.
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In aggiunta a questa grana, e alle tante altre in atto negli States, è giunta un’ulteriore notizia negativa: la Bei ha infatti deciso di sospendere tutti i nuovi prestiti a Volkswagen fino a quando non saranno resi noti i risultati delle diverse indagini. A sancirlo è stato, negli scorsi giorni, il presidente della Bei Werner Hoyer, dicendosi “sorpreso, deluso e preoccupato (…) Vogliamo restare sul sicuro, prima dobbiamo stabilire i fatti” ed evitare dunque eventuali cattivi utilizzi dei finanziamenti della banca, destinati alla riduzione delle emissioni e ai trasporti puliti.
La scoietà è inoltre sotto inchiesta proprio per aver ricevuto linee di credito Bei per un ammontare complessivo di 4,5 miliardi di euro, in parte erogati anche negli anni ’90., erogati per aiutare il gruppo a mettere a punto motori sempre più ecologici. Ecco perchè il filone di inchiesta mira ad approfondire la fruizione di quei prestiti, (peraltro Volkswagen deve ancora rimborsare alla Bei 1,9 miliardi di euro). Ed ecco perchè la vicenda sembra essere ben lungi dal concludersi…