Stando a quanto afferma il presidente dell’ACI – Automobile Club d’Italia – Angelo Sticchi Damiani, durante un intervento a Legend Cars, la fiera delle auto d’epoca in corso a Verona, l’istituto sarebbe ben lieto di assistere all’esenzione delle bollo per le auto storiche. O almeno, ricorda Sticchi Damiani, per quelle che sono “realmente storiche”, nei confronti delle quali l’ACI augura la predisposizione di nuovi strumenti di tutela (anche economica) che possano salvaguardare la tradizione motoristica del Paese.
Stando a quanto ricorda il numero 1 dell’ACI, è sbagliato pensare che le auto storiche possano divenire oggetto di speculazione, visto e considerato che il loro ruolo è quello di “sentinelle” sul passato automobilistico italiano, ponendo altresì contemporanea base d’efficacia, di stile e di concretezza per il futuro. Ne è un esempio, segnala ancora Sticchi Damiani, quanto esposto durante la fiera veronese, dove sono stati mostrati veicoli in grado di sconfiggere il trascorrere del tempo, e mostrarsi al passato, al presente e al futuro con identica sostenibilità.
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Tuttavia, prosegue anche il presidente dell’ACI, senza adeguate misure di salvaguardia del settore, anche per le auto storiche il domani sarà particolarmente incerto. E incerto sarà anche il futuro di tutti quei lavoratori che attualmente operano nel comparto delle auto storiche in quali di operatori per il restauro o per la valorizzazione delle vetture d’epoca.
Infine, ha concluso il presidente ACI, oltre alla valorizzazione economica (con contenimento dei costi), il settore delle auto storiche avrebbe necessità di nuove regole maggiormente chiare, trasparenti, semplici, univoche. A partire – magari – dalla gestione della lista chiusa di modelli universalmente riconosciuti come storici, già definita per la prima volta dall’ACI, e oggi a piena disposizione di quegli interlocutori (privati o pubblici) che desiderano cercare di comprendere in maniera più dettagliata in che modo poter distinguere un veicolo semplicemente “vecchio” da un veicolo d’epoca. Un occhio critico sulle certificazioni storiche che sono state rilasciate nel corso degli ultimi anni e che, contrariamente all’obiettivo della tutela del settore, hanno finito con il confondere il legislatore.