Usato negli autodromi e nelle autostrade, l’asfalto drenante fa parte a tutti gli effetti della nostra quotidianità, anche se sono in pochi a conoscerne e ad apprezzarne le caratteristiche. Si tratta di una miscela di polimeri, di bitumi e di inerti che si contraddistingue per un grado di porosità piuttosto elevato. Il manto drenante viene impiegato per la copertura delle strade insieme con uno strato sottostante impermeabile: in questo modo è possibile evitare che le ruote dei veicoli entrino in contatto con l’acqua meteorica.
Lo scopo degli asfalti drenanti è proprio quello di limitare in misura consistente lo scorrimento sul manto stradale dell’acqua, a beneficio degli automobilisti, della loro sicurezza e della loro incolumità. Non tutti sanno che si tratta di un prodotto che è stato progettato e sviluppato in Italia, ma al di là dell’orgoglio di bandiera quel che conta è che esso garantisca standard di sicurezza più elevati in presenza di pioggia o comunque di fenomeni atmosferici sfavorevoli. La porosità è la peculiarità che fa in modo che l’asfalto non si trasformi, per colpa dell’acqua, in una sorta di spugna assorbente: se così fosse, anche gli automobilisti più bravi andrebbero incontro a grossi rischi.
L’inerte che viene adoperato di solito è composto da rocce basaltiche, che si caratterizzano per una resistenza all’usura piuttosto elevata. Non solo: questo tipo di materiale è resistente anche rispetto all’alterazione chimica che viene determinata dall’azione dell’acqua. Proprio per l’inerte a base di rocce basaltiche gli asfalti drenanti hanno un colore più scuro rispetto a quelli classici. Un inerte viene ritenuto di qualità ottimale quando non presenta ossidi e idrossidi di ferro, quando è privo di minerali argillosi e quando non ha sostanze organiche. Il pregio principale che deriva da una porosità elevata è rappresentato dalla riduzione delle superfici di contatto tra i grani: è per questo motivo che c’è bisogno dei polimeri che servono per far diventare il bitume più resistente.
Nel nostro Paese l’asfalto drenante non è ancora diffuso come sarebbe lecito attendersi: mentre quasi tutta la rete autostradale propone questo tipo di manto, lo stesso non si può dire per le superstrade e per le strade statali ad alta percorrenza, a differenza di ciò che si verifica in altri Stati. Varrebbe la pena di cambiare rotta, però, perché in caso di pioggia gli asfalti drenanti sono la panacea di tutti i mali: l’acqua viene allontanata in modo naturale dalle gomme dei veicoli, e ciò permette di limitare l’aquaplaning, fenomeno tanto fastidioso quanto rischioso che può favorire gli incidenti.
Nel caso in cui la realizzazione della strada preveda una pendenza anche lieve, l’acqua ha la possibilità di scivolare in direzione dei bordi della strada, defluendo senza ostacoli. Con il trascorrere del tempo, l’evoluzione tecnologica rende gli asfalti drenanti sempre più performanti: l’aggiunta di polimeri si spiega proprio in tal senso. Il loro scopo è quello di aumentare la resistenza alla deformazione del conglomerato e di renderlo più stabile. I polimeri, inoltre, aumentano la resistenza allo sbalzo termico, e contribuiscono a rallentare l’invecchiamento del legante. La gomma stirolica che viene impiegata come polimero in alcuni casi può essere integrata con del polverino di gomma, presente in quantità modeste, proveniente da materiali di riciclo o da gomme di veicoli.
Nell’ambito della fresatura stradale e della scarificazione asfalto, il ricorso a un manto drenante permette di beneficiare di molteplici vantaggi, anche dal punto di vista della longevità: un asfalto di questo tipo, infatti, è in grado di durare fino al 30% in più rispetto a quelli tradizionali. L’esperienza degli automobilisti alla guida non viene migliorata solo in virtù di una maggiore aderenza al terreno, ma anche per la riduzione del riverbero che viene provocato dai fari. Non vanno sottovalutate, poi, le proprietà fonoassorbenti. C’è da tenere conto di un potenziale svantaggio, comunque: nelle aree più fredde e quando le temperature si avvicinano agli zero gradi, infatti, i pori del manto drenante si possono riempire con acqua gelante, e ciò determina un incremento del rischio di slittamento. Ecco perché le strade di montagna non dovrebbero essere ricoperte da un manto drenante: in caso contrario rischiano di trasformarsi in piste di ghiaccio.
Per le imprese che si occupano di opere stradali, la stesura di un asfalto drenante è una realtà comune, a maggior ragione sui percorsi extra-urbani, con la missione di rendere la guida dell’auto sicura in ogni condizione atmosferica.