Secondo quanto affermano gli ultimi dati Siac della Guardia di Finanza, forniti dall’Anfia (l’Associazione dei produttori di componentistica auto), tra il 2014 e il marzo del 2016 sarebbero stati oltre 1,6 milioni di unità i pezzi sequestrati tra parti meccaniche, accessori, dispositivi elettrici per auto, moto e bici, con punte di 773 mila pezzi in Puglia e di 607 mila pezzi in Lombardia, regioni che guidano questa speciale classifica delle confische, davanti al Veneto (91,4 mila unità) e alla Sicilia (37 mila unità).
Stando a quanto riepilogata sulle pagine del quotidiano economico finanziario Il Sole 24 Ore Paolo Vasone, che di Anfia è responsabile Aftermarket, “in rete si possono trovare pezzi originali e ricambi generici anche di ottima qualità. Ma è pieno di imitazioni degli originali difficili da distinguere, prodotti non omologati, senza certificazioni di qualità dei materiali e di sicurezza, altri con certificazioni ma fasulle e false etichette Ce, sino a prodotti palesemente contraffatti e venduti in confezioni che imitano alla perfezione il packaging delle grandi case produttrici, per ingannare l’acquirente in buona fede. Prezzi troppo bassi dovrebbero allarmare. Ma la crisi ha accentuato le esigenze di risparmio e il “fai da te””.
Al fine di arginare il fenomeno lo scorso anno è entrata in campo anche la Asconauto, l’associazione dei consorzi dei concessionari di auto, il cui vicepresidente Giorgio Boiani, sulle stesse pagine, ha sottolineato come da un lato l’opera di sensibilizzazione avviata tra i nostri autoriparatori ha fatto registrare una vendita di ricambi originali superiore del 12% sul 2015 e pari a oltre 500 milioni di euro di originali fatturati. Dall’altro, stiamo lavorando insieme ad Anfia e al ministero dello Sviluppo economico per studiare strategie di contrasto”.
Rimangono tuttavia contorni di sicura preoccupazione, che vedono l’Italia – ancora una volta – ai primi posti in Europa.